La Tavola

La Tavola

La tavola come riunione di anime affini e condivisione dei valori della vita. La devozione sincera nell’offerta del cibo ci rimanda indietro nel tempo, ad un rituale che si compone di sensazioni visive, emozioni sensuali e risvegli dello spirito, attraverso profumi ancestrali che si mescolano al gusto contemporaneo. Un luogo simbolico che unisce i corpi e le menti in uno spazio generato a partire dalla materia di cui siamo fatti, la stessa di cui si compone l’universo, la creazione e l’amore. La visione dell’installazione site-specific, non si limita al livello formale, ma si fonde con le percezioni uditive che la avvolgono, attraverso la composizione musicale di Davide Curci, i cui suoni raccontano l’accadere della tavola, la sua essenza umana e divina.

Installazione a Palazzo Vernazza (Le) per la mostra ‘Iside e la Wunderkammer della fertilità’, a cura di Dores Sacquegna, Primo Piano LivinGallery.

Pezzi unici, misure variabili. Maiolica smaltata fusa ad alte temperature, tessuto e legno, 2016.


Bugie vere, vere bugie

Bugie vere, vere bugie

Le opere si ispirano alla tradizione ottocentesca della lavorazione della cartapesta nella storica Bottega d’Arte del professor Mario Di Donfrancesco a Lecce. Le teste sono state realizzate utilizzando gli stampi originali del Guacci e del Caretta,  seguendo fedelmente l’antico processo di lavorazione. Il pensiero dell’artista interviene con la modellazione manuale nella fase finale, realizzando così oggetti unici, sospesi tra tradizione e contemporaneità, tra spiritualità e laicità. ‘Bugie Vere, Vere Bugie’ rappresenta l’intrecciarsi di percorsi interiori e invisibili con le verità nascoste nell’animo umano, svelando così le maschere che indossiamo quotidianamente per nascondere a noi stessi e al mondo le nostre fragilità. Un’allegoria della comune preoccupazione di sembrare perfetti, di non cadere nell’errore agli occhi del prossimo, di difendere posizioni e verità soggettive come universali per non perdere l’integrità apparente. Ogni testa è il simbolo di una storia senza tempo che lega verità e menzogna, passato e presente, amore e tradimento, realtà e finzione. Ed è solo varcando la sottile linea che separa il qui ed ora dalla dimensione magica, che la materia diviene creazione ed il pensiero si fa realtà.

Maiolica smaltata e ossido di ferro lustrato, 2017.

In mostra per:
– ‘Between two seas’, Arena 1 Gallery, a cura di Cramelo Cipriani, Santa Monica (LA), USA, 2019,
– ‘A tu per tu’, personale a cura di Rosemarie Sansonetti e Annamaria Traversa, Museo Nuova Era, Bari, 2018,
– ‘I may not be there’ – collettiva a cura di Ilaria Bona, Palazzo Mongiò, Galatina (Le), 2017,
– ‘Tredici Teste – L’ultima Cena’, collettiva a cura di Alberto Vannetti, MAAAC, Cisternino (Br), 2017,
– ‘Bozzetto a tu per tu’, collettiva a cura di Lucio Rosato, Usomagazzino, Pescara, 2017.


La Tavola black

La Tavola black

L’altra metà della luce, la parte spesso nascosta ma non meno autentica, quella nell’ombra della nostra essenza più pura che si mostra nella circolarità del percorso interiore di ciascuno di noi. Il gioco degli opposti si ferma, focalizzandosi sul black side, in una tavola fatta d’assenze.

Le opere si ispirano alla tradizione ottocentesca della lavorazione della cartapesta nella storica Bottega d’Arte del professor Mario Di Donfrancesco a Lecce. 

Maiolica smaltata fusa ad alte temperature, piatto Ø 47 cm, testa: misure variabili. 


Salomè

Salomè

Tre coppe bianche raccontano la vicenda biblica di Salomè e del martirio di San Giovanni Battista. Un percorso interiore dell’artista di cui vediamo l’autoritratto nella testa di San Giovanni, realizzata secondo una ricerca stilistica radicata nel passato, nella storia e nell’arte classica Italiana rivisitata in chiave contemporanea, rendendo la vicenda attuale, riportandola al presente e focalizzando l’attenzione sugli elementi simbolo del racconto.

Trittico in maiolica bianca fusa ad alte temperature, pezzi unici, 2016.


Le origini in tre atti

Le origini in tre atti

Un atto performativo in tre parti volto a rappresentare l’origine della vita: un uomo, una donna e la natura.
Il protagonista del primo atto è l’uomo nella sua nudità, il cui volto è interamente ricoperto da una maschera da unicorno, simbolo fallico di potere e di forza prolifica concessa dalla natura.
Il secondo atto vede la donna al centro della scena, figura eterea che sembra appartenere al mondo terreno e a quello celeste. E’ simboleggiata dalla forma convessa che identifica la femminilità, la delicatezza del suo essere e il ruolo biologico come generatrice di vita e portatrice di bellezza.
Il terzo atto è una videoinstallazione che cita ‘Nudo che scende le scale’ di Marcel Duchamp e realizzato sull’isola di Pantelleria, colpita da un incendio devastante. Entra in scena il terzo elemento, il fuoco vivo, dominante, come forza che distrugge il creato e allo stesso tempo lo rigenera.
La purificazione del fuoco porta a una nuova nascita, rappresentata dalla corsa delle figure umane verso il futuro.

‘Le origini in tre atti’, performance e videoinstallazione a cura di Giovanni Lamorgese, artista in residenza per Uno Nove Tre | Liquid Art Gallery, Pantelleria -Italy.


Gabbie

Gabbie

‘Gabbie’ rappresenta la luce e l’amore per la vita, il passaggio dall’oscurità dell’anima alla libertà interiore, attraverso un percorso personale che l’artista ha raffigurato in elementi di maiolica inseriti nella struttura di ferro, con una luce che proietta ombre leggere sulle pareti.
La gabbia è un simbolo della trappola mentale di una moralità imposta dalla società, la sua luce è un chiaro riferimento alla forza e alla positività insita in ogni essere umano per trasformare quel buio in un inno alla vita e alla sua infinita bellezza.

Installazione per Uno Nove Tre | Liquid Art Gallery, Pantelleria, Italy.

Maiolica, metallo tessuto, piume, lampadina, filo elettrico, 2016.


Tratto da

Tratto da

Una grande maternità come archetipo che prendendo spunto dall’antichità si pone come nuovo oggetto di culto.
Il ritratto fotografico in bianco e nero di un trans – gender con un bambino, rappresenta una ‘nuova icona’ in cui i due personaggi sono intrecciati in un abbraccio intenso, isolati su uno sfondo di lamina color rame. L’opera dialoga con l’osservatore, interrogandosi sul tema sulla maternità e sulla funzione della donna nella società contemporanea. Un invito a riflettere sui limiti della cultura attuale e sugli stereotipi sociali e religiosi perché l’identità di genere non deve per forza combaciare con il sesso biologico.

Pala di legno, lamina di rame, immagine fotgrafica b/n, 2009.


L'ultima cena

L’ultima cena

Questa macro immagine, mostra una ricerca dell’artista attraverso lo strumento fotografico. E’ speciale il linguaggio della fotografia quando, varcati i contorni dell’ immagine, ci racconta una storia fatta di personaggi e di accadimenti che sono, ancora oggi, di questa realtà contemporanea.Tutti i personaggi raffigurati nel lavoro, sembra che ci parlino di qualche verità o ne ricercano la stessa storia di una contrapposizione che non è dualismo mai, ma che ci dice di un unica energia, di un fluire sentimentale e sensuale. Di Eros, di Thanatos. In bianco, in nero, di qui, ora. E’ dove la resurrezione è un orizzonte (di rame) lucente VITANOVA.

Pvc, lamina di rame, stampa fotografica b/n, 2008.


Átame – legami

ATAME – Lègami

Dettagli, storie possibili e incontaminate, il corpo che ambisce a diventare assoluto. Queste fotografie sono parte di un progetto mentale che dall’individuo si proietta in una dimensione universale. L’artista ripercorre step by step l’evoluzione dell’essere conteso tra vita e morte, il suo affrancarsi verso una rigenerazione del sé, messo a nudo oltre la materia, svaporata in anima pura. Nulla serve a narrare la messinscena attivata dall’autore, il messaggio si autorappresenta attraverso un’immagine che trasuda dubbio, incertezza, ambizione silente.

Immagine fotografica su porcellana. Macrocopie su carta non acida, 2013.


ICHINEN

Ichinen

Centro, cuore, persona. Persona intorno alla quale creare armonia
La persona è il centro, il cuore pulsante della follia del mondo, lo specchio dell’anima che ama, il riflesso dello scorrere del tempo; pura materia e spirito divino, rinasce ancora dopo la vita, ma mai uguale a se stesso.

Stampa fotografica a colori 50 x100, multiplo 1/9, 2013.