LA MADRE, né fame né sete

La Madre, nè fame nè sete

Il nuovo spazio dedicato alla gastronomia e all’arte realizzato nella storica cittadina di Parabita in Salento vuole essere un riferimento alla terra e alla natura, a uno stile di vita semplice, genuino e sostenibile. Un luogo di convivialità e aggregazione dove poter assaporare pietanze e condividere, allo stesso tempo, un’intensa esperienza culturale.
Francesco Prete ed Elisa Errico hanno voluto questa unione simbolica tra cibo, arte e natura, sottolineando l’importanza del rispetto e della responsabilità che ognuno di noi ha verso l’ambiente.
Questo spazio, ricavato all’interno di un edificio storico ristrutturato, è il frutto di una intensa ricerca stilistica con l’impiego di materiali come la carta, il legno, il vetro, la maiolica, la pietra leccese, oggetti di recupero e soluzioni eco-compatibili.

Progetto realizzato nel 2012 a Parabita (Le).


Oggetti impossibili

Oggetti impossibili

Da objetto. Tutto ciò che si rappresenta alla vista; tutto ciò che serve di materia a una scienza o ad un’arte.
Gli oggetti impossibili sono realtà distinte. Nascono da una forma classica e si trasformano in un’operazione contemporanea attraverso il gesto. E’ il risultato di un capovolgimento rispetto al primitivo significato per cui l’oggetto era nato. Sono oggetti costruiti dall’artista stesso che li ha contestualizzati nella realtà in cui viviamo, comunicando ciò che prova e rappresentando la quotidianità, attraverso un’interessante e singolare trasformazione.
Il gesto, la manualità, il pensiero di Giovanni, rendono gli ‘Oggetti impossibili’ pezzi unici, creando nuove forme in maiolica con colori smaltati.

Pezzi unici in maiolica smaltata, misure variabili, 2011.

Polittico porco

maiolica smaltata, metallo

ex150

maiolica smaltata, varie misure

mutanti

maiolica smaltata, varie misure

apotropaiche

Maiolica smaltata, ossido di ferro carico più lustro, varie misure


RI_USO si colora

RI_USO si colora

La collezione RI_USO si colora, presentata in anteprima a Parigi in occasione di Maison & Objet, nella sezione speciale del Now! design à vivre, vetrina all’ avanguardia di idee e creatività per il design contemporaneo.

RI_USO, Now! design à vivre Maison & Objet, Parigi, Gennaio 2014.


RI_USO nomade

RI_USO Nomade

Il progetto “RI_USO nomade” per il Temporary Museum for New Design, in occasione della Milan design week 2014. Un’ installazione contemporanea dalle linee essenziali e dal design morbido e leggero che avvolge ed illumina lo spazio in cui interviene. I tappeti e le tende simbolo del nomadismo, del suo carattere itinerante ed in continuo cambiamento, modificano il senso stesso del luogo in cui operano dando vita ad una trasformazione nel senso e nella forma. Le luci “Mutamenti” e tutti gli oggetti di RI_USO, sono contestualizzati all’ interno di una propria “essenza concettuale”, creando un movimento nel tempo e nello spazio che rivoluziona il significato e l’ uso dei materiali, simbolo di una metamorfosi che porta con sé l’ unicità della propria storia.

RI_USO per il Temporary Museum for New Design
Aprile 2014 – Milano, Italia.


Le origini in tre atti

Le origini in tre atti

Un atto performativo in tre parti volto a rappresentare l’origine della vita: un uomo, una donna e la natura.
Il protagonista del primo atto è l’uomo nella sua nudità, il cui volto è interamente ricoperto da una maschera da unicorno, simbolo fallico di potere e di forza prolifica concessa dalla natura.
Il secondo atto vede la donna al centro della scena, figura eterea che sembra appartenere al mondo terreno e a quello celeste. E’ simboleggiata dalla forma convessa che identifica la femminilità, la delicatezza del suo essere e il ruolo biologico come generatrice di vita e portatrice di bellezza.
Il terzo atto è una videoinstallazione che cita ‘Nudo che scende le scale’ di Marcel Duchamp e realizzato sull’isola di Pantelleria, colpita da un incendio devastante. Entra in scena il terzo elemento, il fuoco vivo, dominante, come forza che distrugge il creato e allo stesso tempo lo rigenera.
La purificazione del fuoco porta a una nuova nascita, rappresentata dalla corsa delle figure umane verso il futuro.

‘Le origini in tre atti’, performance e videoinstallazione a cura di Giovanni Lamorgese, artista in residenza per Uno Nove Tre | Liquid Art Gallery, Pantelleria -Italy.


Gabbie

Gabbie

‘Gabbie’ rappresenta la luce e l’amore per la vita, il passaggio dall’oscurità dell’anima alla libertà interiore, attraverso un percorso personale che l’artista ha raffigurato in elementi di maiolica inseriti nella struttura di ferro, con una luce che proietta ombre leggere sulle pareti.
La gabbia è un simbolo della trappola mentale di una moralità imposta dalla società, la sua luce è un chiaro riferimento alla forza e alla positività insita in ogni essere umano per trasformare quel buio in un inno alla vita e alla sua infinita bellezza.

Installazione per Uno Nove Tre | Liquid Art Gallery, Pantelleria, Italy.

Maiolica, metallo tessuto, piume, lampadina, filo elettrico, 2016.


RI_USO

RI_USO

Un progetto innovativo nel campo del design sostenibile, nasce dall’unione tra il Concept Designer Giovanni Lamorgese e la Project Manager Bruna Taurino, ridando vita agli scarti industriali. A partire dal modulo in ferro circolare, tavoli, sedute, lampade e chaise longue divengono oggetti contemporanei e dal forte impatto visivo: forme sinuose, di ispirazione classica, superfici leggere e morbide conferiscono un nuovo status ai materiali utilizzati, che si impongono all’interno dello spazio che li ospita, modificandone i tratti e rendendoli più intensi. La materia diviene trasparente, azzerando il peso della texture che li compone.

Multipli, misure variabili. Ferro, pelle, legno, luce ad incandescenza, 2014.


Dining & Food

Dining & Food

La tavola e gli oggetti che la compongono, diventano espressione di una contemporaneità che mescola il concetto dell’installazione artistica a quello più puro ed essenziale del design d’autore, in cui ogni elemento è stato concepito per esprimere la sua unicità, ridefinendo allo stesso tempo lo spazio che lo contiene. L’estetica a cui fa riferimento, ispirata ai canoni del minimalismo italiano,  diviene funzionale al presente storico e sociale, aprendosi a nuove prospettive visive. Ogni elemento che compone la tavola è ora in grado di generare condivisione e dialogo, rimandando ad un percorso non solo formale ma anche interiore e sensoriale, che tra simbolismi ed evoluzioni concettuali porta alla riscoperta dell’intimità del quotidiano, esplorando tutte le possibili connessioni esistenti tra arte e cibo.

Lines

Il foro come elemento di partenza di un percorso che dà vita al piatto: da installazione a parete ad elemento centrale della tavola, dove diventa contenitore. Le linee parallele divengono la via per unire il concetto al bisogno, attraverso il sapore del cibo.

Multipli, varie misure. Maiolica smaltata dipinta a mano, 2016.

Appetiser

Superfici irregolari che compongono disegni geometrici attraverso il cibo, gli ‘Appetiser’, creati in maiolica a partire da una forma di argilla pura, fanno degli aperitivi dei piccoli oggetti di food design, a metà tra il piacere degli occhi e quello per il gusto, da assaporare lentamente.

Multipli, misure variabili. Maiolica smaltata, 2016.


Volo

Volo

‘Volo’ è un’opera carica di valori simbolici, volta a rappresentare la ricerca interiore e il risveglio dell’anima. ‘Volo’ esprime la velocità della luce: la luce come fonte di vita e di bellezza, la velocità come leggerezza dell’aria e dell’anima e le ali come il volo verso la libertà dello spirito e del pensiero.
Le ali e la luce sono gli elementi che compongono ‘Volo’ in installazioni singole o multiple, a terra, a parete o soffitto.

Multiplo, misure variabili. Cartapesta, porcellana, lampada ad incandescenza. Ogni lampada può essere studiata in base alle esigenze dell’ambiente che la ospita, 2011.


Jabot

Jabot

‘Jabot’ è un’opera composta da lampade che simboleggiano un percorso verso l’illuminazione. Il collo è quell’elemento che sorregge la testa, intesa come ragione e quindi luce, la stessa che illumina gli jabot dall’interno. Un riferimento all’età del lume nella Francia del XVIII secolo, al cammino dell’uomo verso la luce dell’intelletto e della conoscenza che ha condotto l’essere umano fuori dall’oscurità e dalle tenebre che offuscavano la sua mente e il suo cuore.

Pezzi unici fatti a mano in maiolica fusa ad alte temperature, 2012.